Scopri perché mangiare con le mani potrebbe essere il segreto di un pasto migliore!

Chi ha detto che per gustare un buon piatto ci vogliono sempre e per forza posate? Scopri la magia nascosta dietro al semplice atto di mangiare con le mani, un viaggio sorprendente attraverso sapori e tradizioni che risvegliano i sensi.

Avete mai pensato che le nostre mani potrebbero essere l'utensile più naturale e istintivo per mangiare? È quello che sostiene Allan Bay, il noto critico enogastronomico, nel suo recente libro "Elogio del mangiare con le mani". Anche se potrebbe sembrarvi una pratica lontana dalle moderne regole del bon ton a tavola, il mangiare con le mani è una vera e propria arte e un ritorno alle nostre origini culinarie.

Scoperta delle tradizioni: dal cibo etiope alle usanze mondiali

Mai assaggiato l'Injera con il Doro Wat? Questi piatti tipici dell'Etiopia e dell'Eritrea sono perfetti per immergersi nell'esperienza di mangiare con le mani. L'Injera, un pane morbido e saporito, si fa a pezzi e si usa per raccogliere il succulento stufato di pollo piccante. Questo ci ricorda che ogni boccone è un'occasione per toccare, letteralmente, la storia e la cultura di un popolo.

Un viaggio sensoriale oltre il gusto

Ma non è solo una questione di usanze lontane, mangiare con le mani può essere un viaggio che riscopre il valore sensoriale del cibo e quanto esso sia ancorato alle nostre tradizioni. Bay nel suo libro ci invita a vivere il momento del pasto in modo più completo, utilizzando tutti i sensi, e non solo il palato.

E mentre ci immergiamo in questa riflessione, resta chiaro che il mangiare con le mani non è solamente una pratica degli antichi, ma è una tradizione ancora viva in molte parti del mondo. Ed è proprio vero, come emerge dalle parole dell'autore, che un gesto così semplice e naturale può offrirci un rapporto più intenso e gratificante con il cibo che consumiamo.

D'altra parte, affrontare ogni tanto un pasto in questo modo può anche essere un piccolo atto di ribellione contro la rigidità delle convenzioni moderne, permettendoci di rilassarci e forse, chi lo sa, di apprezzare ancora di più quello che abbiamo nel piatto.

"Non si vive di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio", così recita un passo della Bibbia (Matteo 4:4) che, seppur in un contesto spirituale, può essere riletto in chiave moderna per riflettere sulla nostra relazione con il cibo. Allan Bay, nel suo "Elogio del mangiare con le mani", ci invita a riscoprire la dimensione più autentica e primordiale dell'alimentazione, quella che precede posate e galateo. Mangiare con le mani è un gesto che ci riporta alle origini, che ci fa sentire più connessi non solo con ciò che consumiamo, ma anche con chi siamo. In un mondo dove l'etichetta e la formalità spesso prendono il sopravvento, Bay ci ricorda che la semplicità e la spontaneità possono essere fonti di gioia pura. E in Italia, patria della gastronomia per eccellenza, non mancano certo le occasioni per mettere in pratica questo ritorno alle radici: dalla pizza al panino con la porchetta, dalla focaccia al gelato, la nostra tradizione culinaria è un inno al piacere di "sentire" il cibo, prima ancora di assaporarlo. Allora, perché non concedersi ogni tanto il lusso di dimenticare le posate e di gustare la vita con tutta la passione e l'immediatezza che meritiamo?

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