Stati Uniti sul baratro? Il FMI lancia l'allarme "Bomba del debito"

È in arrivo una bufera economica o gli Stati Uniti stanno semplicemente navigando verso acque più tranquille? Scopriamo insieme come le recenti performance economiche della terra delle stelle e strisce sollevano dibattiti attorno al famigerato tema del debito nazionale.

Nel complicato scacchiere mondiale dell'economia, tutti gli occhi sono puntati sulle mosse dei big players. In una di queste occhiate scrutatrici, il Fondo Monetario Internazionale si è soffermato sugli States, che sì, hanno tirato fuori un bel coniglio dal cappello economico, ma non senza far alzare qualche sopracciglio. E quindi, nascono domandone del tipo: ma sarà possibile tener botta così a lungo, soprattutto con inflazione alle calcagna e quel grattacapo del debito federale lì?

Come va a stelle e strisce?

Parola del FMI: la crescita del PIL americano si assesta quest'anno attorno al 2,7%, un pochettino più su rispetto a quanto si pensava un tempo. Gli USA fanno il bello e il cattivo tempo rispetto a una banda di europei che ancora devono scrollarsi di dosso la sbornia post-pandemica. E mentre il vecchio continente se le vede con interessi su che non scendono mai e il conto salato dell'energia, lo zio Sam si pavoneggia in prima linea.

Eccoci con una mappa di come se la passano gli altri: in Europa una crescita come dire, così così, mentre i paesi emergenti tipo Cina e India hanno tutta un'altra marcia. Benché gli USA continuino a fare la voce grossa, c'è chi comincia a grattarsi il mento e chiedersi: "Ma tutto questo andrà avanti senza intoppi?"

E quel debito, poi?

E qui il FMI ci tiene a farci sapere che c'è un po' di timore per quello che si stanno mettendo in tasca gli americani. Con un debito che ha battuto il record, c'è il rischio che l'inflazione riaccenda il fuoco sotto la pentola e che la stabilità delle finanze si vada un po' a farsi benedire per il lungo termine. Immaginate un po': si prevede che il debito possa lievitare fino a 45,7 trilioni di dollaroni entro il 2033, sorpassando perfino la spesa per la difesa quest'anno. E tra Chips and Science Act e Inflation Reduction Act, c'è da chiedersi come la smaltiranno tutta questa fiscale birra.

Solo un piccolo reminder: tutto quello che stiamo dicendo qui non è scritto sulla pietra - sono previsioni, possono cambiare, quindi prima di credere a tutto punto per punto, facciamo sempre il nostro bel controllo doppio.

Finita la lettura, ci siamo fatti un'idea un po' più chiara della congiuntura globale, nonché del ruolo chiave che giocano gli USA nello scenario big money. Si stanno comportando da veri alfieri della crescita mondiale, ma resta quella punta di curiosità (o di preoccupazione, forse?) riguardo dove li porterà la loro strategia economica e fiscale.

Ora, lascio a voi lettori il microfono: come la pensate? I governi di tutto il mondo hanno la giusta carta da giocare tra crescita e debito, oppure è in arrivo qualche uragano finanziario che non ci aspettiamo? La sezione commenti è tutta per voi – raccontateci la vostra, senza peli sulla lingua!

"Chi non rispetta le regole del gioco, le trova contro di sé" - un detto popolare che ben si applica al contesto economico attuale che vede gli Stati Uniti, nonostante la loro forza economica incontestabile, sotto la lente di ingrandimento del FMI per la loro situazione debitoria. La performance economica americana è indubbiamente fulgida, ma come un Icaro moderno, vola troppo vicino al sole dell'eccessiva spesa pubblica. La domanda che si pone è inevitabile: fino a quando potrà durare questa corsa senza che le ali di cera inizino a sciogliersi?

Il FMI non è solo un osservatore attento ma un monito vivente per la Casa Bianca, che si trova a dover bilanciare la crescita con la responsabilità fiscale. È un gioco di equilibrio che non ammette passi falsi, soprattutto quando il debito nazionale supera soglie astronomiche e i costi per il servizio del debito sfidano quelli per la difesa nazionale.

In un mondo interconnesso, il debito degli Stati Uniti non è un problema isolato ma una potenziale minaccia alla stabilità finanziaria globale. Mentre la Fed cerca di tenere a bada l'inflazione con politiche monetarie restrittive, la politica interna americana gioca una partita a rischio, con promesse elettorali di spesa e riduzioni fiscali che potrebbero alimentare ulteriormente il deficit.

Non possiamo che osservare con trepidazione e sperare che la strategia monetaria americana non si riveli una scommessa perdente per l'intero sistema economico mondiale. Sarà fondamentale per gli Stati Uniti trovare un percorso sostenibile che coniughi crescita e responsabilità, per evitare che il gigante, con il suo passo incerto, finisca per trascinare tutti in un baratro finanziario senza precedenti.

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