Fumatori in allarme: il prezzo delle sigarette vola alle stelle dal 5 aprile! Ecco quali pacchetti saranno un lusso

Una mossa a doppia faccia: aumentare le accise per disincentivare il fumo e riempire le casse dello Stato. Il governo torna a colpire i fumatori con nuovi aumenti delle accise sui prodotti del tabacco. Una decisione che, pur avendo una giustificazione dal punto di vista della salute pubblica, rivela anche l'altro volto dell'operazione: quello degli interessi statali.

L'ultima misura adottata dall'OMA ha portato a un notevole incremento nel costo per gli amanti delle sigarette, con l'attuazione di una nuova ondata di rincari derivante dall'aggiustamento delle accise previsto dalla manovra finanziaria del 2024. Questo aggiustamento ha interessato alcune marche rimaste invariate durante l'aumento del 2 febbraio, che aveva già visto un'escalation da 20,20 a 29,30 euro per 1.000 sigarette, risultando in un incremento medio di 10-12 centesimi a pacchetto. Specificatamente, marche di largo consumo come le Camel hanno registrato un ulteriore aumento di 20 centesimi per pacchetto, traducendosi in una maggiorazione di 6 euro mensili per i fumatori abituali, ovvero un aggravio annuo di 72 euro. L'elenco aggiornato dei prezzi al dettaglio è disponibile sul sito ufficiale dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Fumare diventa sempre più un lusso

Riguardo alle entrate statali derivanti da questo settore, si registra un marcato aumento: secondo il Codacons, i ricavi dalle accise sul tabacco sono balzati da 10,23 miliardi di euro nel 2015 a una stima di 15 miliardi per il 2023, con un incremento del 46,6%. Questa crescita si deve all'introduzione di rialzi sulle accise e all'ingresso nel mercato di nuovi dispositivi per il fumo, come le sigarette elettroniche e quelle a tabacco riscaldato. Nonostante ciò, il Codacons evidenzia che l'effetto di tali misure sulla salute pubblica sembra limitato, considerando che il numero di fumatori si è ridotto di solo un milione nel periodo 2015-2022, suggerendo la necessità di politiche più incisive per combattere il fumo, soprattutto tra i giovani.

Tra i dettagli degli aumenti, si evidenzia che il prezzo per le sigarette di marca The King è ora fissato a 5 euro per vari formati, e l'American Spirit Original è quotato a 6,50 euro. Anche altre marche, tra cui Corset e Winston, hanno subito aumenti, stabilizzando il prezzo a 5,30 euro per diversi formati. Secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), questi incrementi non bastano a contrastare l'ampio impatto sanitario, economico e sociale del fumo in Italia. La Sima sollecita un ampliamento delle iniziative preventive, in particolare rivolte ai giovani, per mitigare l'attrattiva del fumo, inclusi i prodotti di nuova generazione.

I nuovi costi delle sigarette in Italia

In aggiunta ai precedenti rialzi, il 2024 vede un'ulteriore stretta sui prezzi delle sigarette, segnando il terzo aumento dell'anno. A partire dal 5 aprile, diversi marchi subiscono ulteriori incrementi, come annunciato dall'Agenzia dei Monopoli e delle Dogane (ADM), che ha reso noto l'elenco aggiornato delle tariffe. Questo rincaro segue le disposizioni della Legge di Bilancio 2024, incidendo sui marchi che fino ad ora non avevano ancora risentito delle maggiorazioni di prezzo nell'anno corrente.

Gli aggiustamenti in questione riguardano una vasta gamma di prodotti, tra cui:

- MS CLASSIC e MS BIONDE, con varie versioni che vedono il prezzo oscillare tra i 5,40 e i 5,70 euro per pacchetto.
- LIDO BLU si posiziona a 6,00 euro, evidenziando la tendenza al rialzo per categorie selezionate.
- La gamma DUNHILL varia tra i 5,30 e i 7,00 euro, a seconda del tipo, con DUNHILL INTERNATIONAL che raggiunge la quota più alta.
- Le ROTHMANS SPECIAL BLUE KS e DUNHILL GOLD si attestano a 6,40 euro, mentre KENT SURROUND spicca a 6,50 euro per pacchetto.
- Un'attenzione particolare va anche ai prodotti VOGUE, LUCKY STRIKE e ESPORTAZIONE, che si adeguano ai nuovi listini con prezzi che riflettono gli aumenti.

Questi adeguamenti non sono isolati ma seguono una tendenza più ampia nel contesto europeo, dove anche altri paesi stanno adottando misure simili per scoraggiare il consumo di tabacco attraverso politiche di prezzi elevati. Tali incrementi non solo riflettono le scelte di politica fiscale ma mirano anche a incidere sulle abitudini di consumo, in linea con gli obiettivi di salute pubblica.

In un contesto più ampio, queste modifiche si inseriscono in una strategia che punta a ridurre il consumo di tabacco, pur riconoscendo l'impatto significativo sulle entrate fiscali statali. La discussione pubblica si concentra sia sui benefici che tali aumenti possono apportare alle casse dello Stato sia sulle implicazioni per i consumatori, in particolare per i fumatori abituali che vedono crescere il costo della loro dipendenza.

Nel complesso, la sequenza di aumenti riflette una politica di deterrenza che, seppur con l'intento di promuovere scelte di vita più salutari, solleva interrogativi sulle sue effettive ripercussioni sul comportamento dei consumatori e sulla necessità di accompagnare tali misure fiscali con politiche di supporto e sensibilizzazione più ampie e incisive.

 

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